All’Isola del Giglio sono presenti tre centri abitati: GIGLIO PORTO, GIGLIO CASTELLO e GIGLIO CAMPESE.

Giglio Porto

Il piccolo e pittoresco Giglio Porto è l’unico scalo per i traghetti che arrivano da Porto Santo Stefano ed è posizionato sulla costa orientale dell’isola. L’ingresso è delimitato dai caratteristici fari rosso e verde.

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Giunti in prossimità dell'attracco, affacciandosi dal traghetto, non si può che rimanere impressionati dalla limpidezza del mare, impensabile per un porto che è riuscito a conciliare le esigenze turistiche con quelle commerciali.

Dalla nave voltando lo sguardo a destra è visibile, circondata dalla vegetazione, la torre del Lazzaretto. Ultimata nel 1624, venne utilizzata per mettere in quarantena i viaggiatori portatori di possibili epidemie; oggi ha perso la sua funzione originaria diventando una proprietà privata.

Sulla sinistra invece si nota la Torre del Saraceno fatta edificare da Ferdinando I nel 1596 e avente lo scopo di difendere l'abitato dalle incursioni piratesche saracene molto frequenti all’epoca.

Il Porto era già abitato dagli Etruschi e successivamente dai Romani e rimase immodificato per ben 18 secoli; venne ampliato nel 1796 e ristrutturato nel 1979 in seguito ad una mareggiata eccezionale.

L’unico e principale luogo di culto cristiano del Porto è la Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano costruita a partire dal 1915 e consacrata nel 1958.

Il Porto è suddiviso in 3 rioni chiamati rispettivamente Saraceno, Chiesa e Moletto. Questi si sfidano annualmente in un folkloristico palio marinaro, molto sentito dai portolani, che si tiene il 10 di Agosto.

L'atmosfera vivace del Porto durante il giorno, con il suo via vai di barche, cambia del tutto la sera alla partenza dell'ultimo traghetto: i moli e le viuzze con i piccoli negozi e le botteghe artigianali invitano a tranquille passeggiate, i bar invogliano il turista a goderi un aperitivo o un cocktail dopocena e i numerosi ristoranti a fermarsi per gustare piatti preparati con prodotti locali.

Giglio Castello

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Capoluogo dell’isola e sede del Municipio, è interamente circondato dalle mura medioevali ancora intatte. Il Castello domina maestosamente l’Isola del Giglio come per sorvegliarla e proteggerla dall’alto. Fa parte dei borghi più belli d’Italia e ogni anno attrae un gran numero di visitatori. Fu costruito nel XII secolo da parte della Repubblica di Pisa. Negli anni successivi il Castello è stato più volte restaurato ed ampliato dai Granduchi di Toscana. Tra le sue attrazioni principali di carattere culturale e architettonico spiccano la Chiesa di San Pietro Apostolo, la Chiesetta di San Giorgio e la Rocca Aldobrandesca, prossimamente visitabile, dove è presente il Museo Archeologico e Minerario dell’Isola del Giglio in cui sono esposti reperti antichi e minerali unici al mondo e dove è possibile conoscere l’origine naturale e antropica dell’Isola.

Camminare per i vicoli del Castello è un’esperienza mistica, dando l’illusione di trovarsi sospesi nel tempo. A riportarvi al presente ci penseranno gli abitanti, caratterizzati dalla loro solarità e gentilezza, offrendovi un assaggio del vino Ansonaco tipico del luogo.

Giglio Campese

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Il Campese prende il nome dall’omonima spiaggia attorno alla quale si è sviluppato, come a formarle una sorta di “corona”. Pur essendo l’ultimo dei tre paesi ad essere sorto sull’isola esso ne rappresenta oggi il maggiore centro turistico e di villeggiatura.
Mentre il Porto permette di ammirare albe da sogno, il Campese orientato ad Ovest regala ogni sera tramonti dai colori splendidi.
Il golfo del Campese è caratterizzato dalla presenza di due “limiti” situati ai suoi estremi: quello alla sinistra della baia è rappresentato dal Faraglione, mentre all’estremità destra è presente la Torre Medicea costruita nel XVI secolo dalla famiglia dei Medici per proteggere il fronte occidentale dell’isola dagli attacchi dei pirati saraceni a cui era spesso soggetta. Oggi è una proprietà privata.

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Giglio Campese ha rappresentato un punto di riferimento per la sussistenza dell’economia isolana già a partire dai tempi degli Etruschi. In questa zona erano infatti presenti delle miniere dalle quali si estraevano rocce usate a scopo artistico situate nel Promontorio del Franco. L’attività estrattiva però divenne un’importante risorsa economica soprattutto all’inizio del XX secolo quando venne aperta la miniera che più di tutte ha influenzato l’economia dell’isola: la miniera di pirite. La pirite del Giglio è fra le più pure al mondo ed è per questo che divenne una risorsa economica fondamentale. La miniera venne chiusa nel 1962 sia per motivi di sicurezza che per il costo non più vantaggioso dell’estrazione del minerale.